
Ho scoperto la Cucina Ayurvedica piano piano, studiando, sperimentando e imparando ad applicare i concetti della “Scienza della Vita” alla cucina, di tutti i giorni per me stessa da prima e poi in ogni aspetto, anche professionale.
Ma cosa significa applicare i concetti ayurvedici alla cucina ?
L’Auyrveda è appunto una Scienza molto antica (termine sanscrito composto da due parole Ayur = Vita intesa come combinazione di corpo, psiche e spirito e Veda = sapere, conoscenza, capacità di vedere). Deriva da saggi illuminati che di maestro in discepolo hanno fatto giungere fino a noi sapienze universali ed essenziali per il benessere della persona.
“Si definisce Ayurveda la scienza che descrive gli stati della vita vantaggiosi e quelli sfavorevoli, insieme a ciò che è buono e ciò che è nocivo per la vita, che tratta della lunghezza della vita e della vita stessa. ”
(Charaka Samhita I, 41)

La storia dell’Ayurveda ha le sue radici nel periodo vedico, in un tempo terreno molto remoto, tramandata oralmente per millenni (ascolto = forma eccelsa per conoscere), fino a che si è iniziato a organizzarla in forma iscritta attorno al 1500 A.C.
“Poiché nei tempi antichi l’Ayurveda è stata concepita e insegnata da alcuni saggi, certi studiosi sostengono che l’Ayurveda ha un inizio. In effetti non è così, non si conosce un periodo in cui l’Ayurveda non fosse esistente e dopo il quale venne alla luce. Come il calore del fuoco e la liquidità dell’acqua, l’Ayurveda o scienza della vita è cosa innata e per esistere non ha bisogno di alcuno sforzo da parte degli umani “.
(Charaka Samhita 30.27)
L’ Ayurveda vede la persona nella sua complessa completezza, in tutte le sue componenti bio-psico-spirituali: questo e la sua “Alta” origine, la rendono sempre attuale e contestualizzabile.
Le persone sono individui e come tali tutti diversi, agglomerati di particelle, vibrazioni mentali e istanze d’infinito che si mescolano, secondo precisi presupposti e danno forma a esseri unici e irripetibili. Il valore di questa cosa è di grande importanza per la conservazione ed eventualmente il ristabilimento della salute, che è da intendersi a tutti i livelli, nel fisico e nella mente, considerando che si può attuare solo se in armonia con l’essenza più autentica di ognuno di noi: l’anima (Atman).
Per salute, la Sushruta Samhita (uno dei testi principali dell’Ayurveda) intende
“…quella condizione nella quale i principi fisiologici del corpo sono in equilibrio, la digestione è efficiente, i tessuti sono in condizione normale, le funzioni escretorie sono regolari e mente sensi e spirito sono pienamente appagati.”

Il Nutrimento quindi diventa essenziale, per il corpo certo, di cui non possiamo fare a meno e che in genere è scontato e comprensibile a tutti. Quello che invece è un po’ meno considerato, è il Nutrimento del resto dell’essere, di tutte le sue componenti, da cui non si può prescindere.

La Cucina Ayurvedica si occupa degli alimenti, degli ingredienti, delle loro combinazioni, della realizzazione di piatti mai casuali. Sceglie cibi naturali, freschi, semplici, coltivati bene. Ma anche suggerisce comportamenti indispensabili da tenere, attitudini da sviluppare rispetto al Nutrimento che scegliamo per tutto il nostro essere; mangiare nella giusta quantità, né troppo né troppo poco, negli orari giusti, tenendo conto delle stagioni, dell’età, della situazione del momento, con ottica lungimirante; applicare regole di igiene e buon senso; sedersi a tavola con uno stato d’animo equilibrato, che porta alla contentezza e alla soddisfazione.
Tutto questo allontana la malattia e il male di vivere e potenzia il sistema immunitario,
La Cucina Ayurvedica non va confusa con la cucina indiana generica, che certo dall’ayurveda ha origine, ma che si è sviluppata anche in maniera indipendente e non sempre coerente.
La Cucina Ayurvedica è semplice e naturale, ma va studiata per essere ben compresa nelle sue infinite implicazioni e applicazioni. Le regole dell’Ayurveda possono essere applicate a qualsiasi cucina perchè è un metodo scientifico .
Cucinare in modalità ayurvedica mi ha permesso di rendermi conto di quello che mi fa bene e di quello che mi fa meno bene, di scoprire le reazioni e gli aggiusti da fare, di costruirmi un piano di azione e di migliorarlo giorno dopo giorno, per me e per la mia famiglia.
Non saper rinunciare a ciò che fa male è uno dei tratti della follia.
Così come folle è non saper accogliere ciò che ci fa bene.
Matsyavatara Das – Marco Ferrini
.Alla Cucina Ayurvedica sono dedicati cicli di incontri proposti periodicamente, vai al Calendario appuntamenti per verificare la prossima opportunità